Si è conclusa positivamente l’esercitazione che ha visto
coinvolto i volontari del gruppo di Protezione Civile di Solbiate Olona durante
lo scorso fine settimana (20-21 ottobre), che ha avuto una duplice finalità: da
un lato quella di mantenere l’allenamento sulle procedure operative standard
nelle operazioni di emergenza, e dall’altro di formare e rendere autonomi i
nuovi iscritti.
L’esercitazione, svolta come al solito all’interno dell’area
esercitazione e in parte lungo il corso del Fiume Olona, si è sviluppata su
diversi scenari.
La mattinata di sabato è stata dedicata al rischio
idrogeologico, all’interno del quale si è potuto testare la funzionalità della
squadra operativa in tale contesto e dei mezzi a disposizione. La motopompa in
dotazione è stata quindi ampiamente utilizzata sia dai volontari “anziani” che
dai nuovi, al fine di trasferire tutte le conoscenze relative all’utilizzo
della stessa.
Rimanendo sul bordo del fiume Olona, è stato possibile
valutare anche nella giornata di sabato le conseguenze dell’ennesimo atto di
inciviltà, o di incuria, o di classico “menefreghismo” delle autorità
competenti, relative alla situazione di inquinamento verificatasi nella
giornata di venerdì 19 ottobre. infatti diversi pesci morti giacevano ancora
lungo i bordi del fiume. Nonostante ciò, si sono potuti osservare anche altri
pesci che fortunatamente nuotavano ancora nelle acque dell’Olona. Chissà per
quanto però…
Il pomeriggio è proseguito con l’allestimento di un campo
base, nel quale sono state montate le 3 tende a nostra disposizione: una Ferrino
da 6 posti e due tende ministeriali P88. In questo scenario c’è stata anche l’occasione
di organizzare una piccola gara interna tra 2 squadre di 4 volontari ciascuna, sul
montaggio delle tende ministeriali. La gara è stata vinta dalla squadra del
Coordinatore e dei tre nuovi iscritti, battendo sul tempo la squadra del
Vice-Coordinatore. In ogni caso, occorre premiare il tempo in cui sono state
montate le tende: circa 40 minuti! Non abbiamo ancora i tempi delle squadre
degli alpini (i migliori in questi campo), ma considerando la poca esperienza,
ci possiamo comunque ritenere su buoni livelli.
All’interno delle tende sono stati quindi montati gli impianti elettrici e di riscaldamento acquistati attraverso il bando provinciale. In tal modo il Comune di Solbiate Olona dispone in caso di emergenza di almeno 22 posti letto pronti nell’arco di un paio d’ore.
Il giusto momento di rilassamento è arrivato durante la grigliata e la cena in compagnia: momento di pausa ma anche occasione di consolidare i rapporti interni al gruppo.
Ma attenzione: una macchina si è appena ribaltata e c’è un
principio di incendio!! Emergenza!
Questo l’ultimo scenario della serata, in parte programmato
ed in parte a sorpresa.
Arrivano i mezzi di soccorso, scendono i volontari, alcuni distendono
le manichette e cominciano a spegnere l’incendio che ormai ha avvolto l’autovettura,
altri delimitano e mettono in sicurezza lo scenario.
97 secondi sono trascorsi dall’arrivo dei mezzi allo
spegnimento dell’incendio. Si controlla l’interno dell’autovettura: c’è un
ferito, ma anche una bombola nel baule. Subito alcuni volontari si apprestano a
recuperare una barella, mentre altri, dopo aver opportunamente raffreddato la
bombola, la allontano in zona di sicurezza. Per estrarre il ferito occorre utilizzare
la troncatrice a motore a disposizione (dono della ditta Stihl), al fine di
aprire il tetto della vettura e lavorare in situazione di sicurezza.
Tale scenario non rappresenta certo la normalità degli
interventi nei quali noi siamo chiamati
ad agire, ma l’effetto scenico di grande effetto, e l’impiego di un buon numero
di volontari è servito a valutare in situazioni di emergenza e di stress per i
volontari l’effettiva capacità di coordinarsi in gruppo, mantenendo ciascuno il
proprio ruolo.
La notte viene passata al campo base.
La mattina di domenica ulteriore esercitazione: ricerca di
un disperso. Viene fornito un punto GPS, e subito partono le procedure di
ricerca. Si raggiunge l’area dell’ultima segnalazione, e si comincia a rastrellare
la zona, dapprima in un’area delimitata, allargando via via le ricerche. Viene
rinvenuto il ferito (il solito manichino) nell’alveo del fiume Olona. Si attiva
la squadra di soccorso tecnico, che monta una teleferica utilizzando il cavo
del verricello del Defender, ed in situazioni di sicurezza cala una brandina
per raccogliere il ferito e trasportarlo a terra verso i soccorritori. Anche in
questo caso l’operazione viene conclusa senza problemi, anche se nelle varie
operazioni di recupero, il soccorritore si dimentica di portare con sé la
maniglia che gli consente di risalire dopo l’intervento. L’occasione viene
quindi colta per un’ulteriore esercitazione: approfittando della dimenticanza
di uno strumento fondamentale, si coglie l’occasione per impiegare un’altra
metodica spesso utilizzata nell’ambito del soccorso. Si predispone un cordino e
si lo si utilizza come maniglia con la tecnica del nodo marchand.
La presenza di Stefania e di Kiba, appartenenti al gruppo
cinofilo di Zona 3, ci da inoltre l’occasione di collaborare in un nuovo
scenario di ricerca persona, questa volta in collaborazione con la squadra cinofila.
Stefania spiega ai volontari i comportamenti da tenere nello svolgimento di
tale attività con la presenza di cani adeguatamente addestrati, e i corretti
movimenti da portare avanti per non disturbare l’attività di Kiba, che si dimostra
molto brava, seppur ancora giovane e inesperta, in quanto non appena arrivata
nel raggio di presenza del volontario nascosto per l’occasione, subito lo
individua e lo segnala al suo conduttore.
Concludendo la giornata non rimane altro che cimentarsi un
po’ con qualche salita e discesa su corda, per testare l’attrezzatura speleo,
prima di smontare il campo base e riportare tutto il materiale in magazzino.
Esercitazione di grande intensità che verrà ripetuta, magari
con altri scenari, quanto prima, con l’unica differenza che non vi sarà alcuna
pianificazione a priori, ma il tutto verrà organizzato con scenari a sorpresa.