Alcune volte occorre essere un po’ polemici per smuovere le coscienze e se si vuole sperare di ottenere qualcosa di positivo.
La tragedia
che ha colpito le popolazioni dell’Emilia Romagna spinge i volontari di Protezione
Civile a muoversi in tutti i modi possibile per poter dare una mano, portare
aiuti, collaborare in tutte le attività di ripristino alla vita normale
assolutamente necessarie non solo dal punto di vista economico e sociale, ma in
modo particolare dal punto di vista psicologico. Trovarsi in situazioni così
difficili e sapere che ci sono migliaia di persone in tutta Italia pronte per
aiutare chi è in difficoltà solo per il piacere di farlo, è sicuramente una
spinta in più per ricominciare.
Purtroppo
però tra la tragedia e la voglia di aiutare ci sono gli organi amministrativi,
che a distanza di più di dieci giorni dal primo sisma, e assolutamente non
scossi nemmeno dal secondo, sentito sicuramente anche ai loro piani alti, non
muovono un dito.
Regione
Lombardia e Provincia di Varese sono impegnati nel “grande evento” del Family
Day del 2-3 giugno, dove il Papa arriverà a Bresso. Sicuramente un impegno notevole,
con la partecipazione di diverse centinaia di migliaia di persone. Peccato che
si sta lavorando a questo evento da diversi mesi, e solo ieri sera (30 maggio)
Provincia di Varese ci ha assegnato un compito (perché ancora non si capiva
bene cosa fare e dove andare). Bisogna anche dire che i “grandi eventi” non erano
più compito della Protezione Civile, ma per miracolo, forse grazie all’intercessione
del Papa e del Governatore della Regione, questo lo è diventato a tutti gli
effetti.
E allora la
precedenza va al Family Day, e del terremoto cominceranno a parlarne lunedì.
Con l’augurio che nessuno si prenda giorni di ferie, vista la mole di lavoro
del week-end.
Vi riporto
intanto l’esperienza vissuta da 2 volontari (Devis e Stefania) che
approfittando delle ferie già prenotate nelle zone limitrofe ai luoghi del
sisma ed in tempi antecedenti il terremoto (glielo dico sempre che se le
cercano!), hanno dedicato una giornata a visionare le località colpite e
chiedere ai vari Sindaci, ai Coordinatori di ProCiv impegnati, ai Vigili del
Fuoco, ai COC, quali sono le reali necessità, di cosa hanno bisogno, se serve
altro aiuto.
“Ieri siamo passati nel comune di Finale
Emilia e per le aree di Dosso, Molino Albergati, Pilastrello, Alberone e i
danni sembrano minimi, siamo passati anche per Reno Centese e Carpi dove i
danni sono già più gravi.
Abbiamo fatto dapprima sosta a Finale Emilia
dove abbiamo parlato con il Coordinatore COC Cestari Marco e il Signor Vitto. Loro
ci hanno detto che hanno bisogno soprattutto di guanti sterili, mascherine per
la cucina, piatti, posate, bicchieri, tovagliette, detergenti intimi e per wc,
diciamo i beni di prima necessità. Hanno aggiunto che per loro sarebbe meglio
se ciò che gli si invia arrivi in confezioni monouso cioè nello scatolone deve
esserci lo stesso prodotto e non vari, perché non hanno la possibilità di star
li a dividere visto che hanno poco personale e devono dividersi anche i turni.
A Finale, accompagnati da colleghi della
Protezione Civile, e indossando i caschetti, siamo entrati nella zona rossa e
posso dire che sembrava un paese fantasma, la gente del posto è molto gentile
ma allo stesso tempo molto spaventata. Una cosa che mi ha colpito è stato
vedere alcune persone attaccate alla rete con occhi spaventati guardare noi
dentro la zona rossa, sembrava quasi ci chiedessero se potevano entrare o se
sapevamo qualcosa.
Poi siamo andati a Cavezzo il paese colpito
dalla scossa del mattino (29 maggio).
I danni qui sono ancora più gravi. Abbiamo parlato con due volontari del comune
che gentilmente ci hanno dato informazioni. Loro stessi, quando li abbiamo
incrociati, stavano tornando a casa per controllare i danni alle loro
abitazioni perché erano a prestare aiuto fin dalle prime ore del mattino. Uno
di loro ci ha anche comunicato che sarebbe arrivata una colonna mobile
dall'Abruzzo con le tende. Dall’Abruzzo! da persone che ancora oggi sono alle
prese con danni sul loro territorio.
Il responsabile di Cavezzo come a Finale ci
ha detto che per intervenire bisogna sentire il centro di Modena o Bologna loro
purtroppo non possono farci intervenire per via di tutte le procedure. Nota che
nel momento in cui abbiamo detto che eravamo un paese della provincia di Varese
e abbiamo menzionato anche la regione si sono messi a ridere dicendo
"conosciamo benissimo".
Siamo anche passati davanti la casa dove è
stata salvata la signora anziana.
Cosa aggiungere? In tutti questi paesi
abbiamo visto che nelle abitazioni hanno tutti i cancelli aperti e la gente era
in cortile, chi ha tende e chi ha camper o caravan o peggio ancora chi dorme in
macchina. Infatti a Finale ho visto un anziano dormire in auto fuori da casa
sua.
Ovvio vedi tu cosa scrivere nel blog,
aggiungo però un mio pensiero e se vuoi scriverlo per me non ci sono problemi,
ma la regione Lombardia cosa aspetta??? Ovvio, il giro d'Italia di domenica
scorsa e l'arrivo del Papa di questo week-end, perché ovviamente è più
importante impiegare i volontari in questi eventi che in una emergenza?”
E nel blog riporto la lettera nella sua
interezza, perché è giusto così, perché quello che hanno scritto è la sintesi
massima dello spirito del volontariato. Cara Provincia, cara Regione, svegliatevi!
Roberto
Viganò
Coordinatore Protezione Civile Solbiate Olona