Ho scelto nella vita professionale di occuparmi di fauna
selvatica, perché sono animali a vita libera, perché vivono in spazi aperti, perché
non possono essere contenuti e né tantomeno messi al guinzaglio. Non mi sono
mai piaciuti i cani e i gatti costretti in appartamenti, all’uscita pianificata
per fare pipì. Se poi ci aggiungiamo che è decisione del proprietario castrarli
o sterilizzarli, senza che loro possano scegliere…
Ho scelto la fauna selvatica perché non è importante in
natura la salvezza del singolo, ma quella del gruppo. Perché il gruppo è in
grado di adattarsi all’ambiente in cui vive, competere con eventuali predatori
o associarsi per predare meglio e garantire la sopravvivenza della specie. Nell’ambiente
selvatico sopravvive il più forte o il più furbo, a secondo delle situazioni, ma
sicuramente quello che è importante è che ciò permette un miglioramento della
specie e l’adattamento all’ambiente. Invece con gli animali domestici, specie
quelli tenuti al guinzaglio, ci si ostina, e lo dico da veterinario, spesso a
terapie infinite, cure compassionevoli, che mantengono in vita soggetti che
vengono poi usati come riproduttori, finendo con avere dinastie con malattie
congenite già alla nascita.
Utilizzo questo spazio virtuale, molto seguito soprattutto
nelle ultime ore, per rispondere pubblicamente alla revoca del mio incarico da
parte del Sindaco, e augurare al gruppo di poter proseguire unito nelle
attività formative, collaborative e operative sul territorio sia comunale che
nazionale.
Voglio subito precisare che non scrivo come Coordinatore,
seppur ancora in carica per qualche ora, ma come Roberto Viganò, senza alcuna
divisa in questo momento, e senza paura di essere tacciato o censurato da
chicchessia. Spero che almeno la libertà di pensiero e di parola sia rimasta in
questo paese, anche se alcuni dubbi sono quanto mai leciti. Tengo inoltre a
precisare che il presente blog non è di natura istituzionale, ma rappresenta i
volontari di Protezione Civile.
Nel caso questo post dovesse subire censura, mi auguro che
la rete provveda fin d’ora a linkarlo su altri blog o su altri siti, per
conservarne traccia.
Oggi ho scritto diverse lettere a Sindaco, Assessori e Uffici
competenti (ovviamente tutte a protocollo), e che mi auguro vogliano avere la
pazienza di leggere.
Tutto ha inizio con la mia lettera a protocollo n. 4555 del 26 giugno, condivisa da tutti i volontari nella
serata del 24 giugno, in cui prendevo le difese dei “miei” volontari di fronte a continue ingerenze di carattere
gestionale e politico dell’Amministrazione Comunale sul Gruppo di Protezione
Civile che mi trovavo a coordinare.
E chi segue la situazione politica solbiatese sa bene a cosa
mi riferisco.
Oltre a ciò, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è
arrivata con l’ordine trasmesso via Assessore competente al mio Vice (una
telefonata diretta tra Sindaco e me avrebbe di certo avuto un esito differente)
di evitare che le persone iscritte al Gruppo comunale partecipassero alla
commemorazione del 190° anniversario del cotonificio, ledendo di fatto libertà
costituzionali.
Se da un lato posso in qualche modo comprendere il divieto
di partecipare a tale commemorazione in divisa, non essendo una pubblica
manifestazione e o un’attività connessa alla Protezione Civile, dall’altro non
posso certo rimanere in silenzio di fronte ad un atto autocratico che limita le
libertà dei miei volontari.
Tengo a sottolineare inoltre, ma non credo ce ne sia
bisogno, che definire i volontari come “miei”, non rappresenta certo
un’assunzione di definizione di proprietà privata, come invece più volte
ribadito dal Sindaco nella sua lettera (Prot.
n. 4621 del 28 giugno), ma indica un legame di affetto verso ragazzi di
tutte le età che lealmente si sono sempre adoperati per le attività di
Protezione Civile e con le quali ho condiviso esperienze, crescita e
formazione.
Il chiarimento espresso nella mia lettera era in merito alla
gestione dei volontari. Quando a suo
tempo ho ripreso l’incarico di Coordinatore, su richieste pressanti del Sindaco
e della Giunta, al fine di ricreare un gruppo attivo e collaborativo sul
territorio, ho da sempre fatto chiarezza sul poco tempo a disposizione a causa
del mio lavoro, e su un principio senza il quale non sarebbe nemmeno cominciata
la collaborazione: nessuna interferenza
tra parte politica e gestione dei volontari.
Tale concetto è stato man mano dimenticato fino ad arrivare
agli episodi sopra descritti.
Sono stato perfino accusato di “essere in assonanza con alcune parti politiche”. Sento ridere fin quassù…
Probabilmente il Sindaco soffre il fatto che qualcuno la
pensi come qualcun altro a questo mondo, a prescindere dallo schieramento
politico. Oppure è il solo fatto di avere un pensiero diverso dal suo a far sì
che una persona passi improvvisamente quella linea sottile che la trasforma in
compagno con cui seguire i corsi e gli esami di caccia, a nemico da destituire?
Mi sono chiesto anche se gli Assessori della Giunta sappiano
quello che è successo. Io ho scritto anche a loro, ma la risposta del Sindaco e
la revoca del mio incarico è stata talmente repentina (solo 2 giorni!! Nemmeno
agli attacchi delle minoranze le risposte sono arrivate con tale celerità!),
che non credo ci sia stato nemmeno il tempo di incontrarsi o perlomeno parlare
di questo problema. Sicuramente ciò non è avvenuto con l’Ass. De Simone (la mia
compagna, così anticipo quelli del “Movimento 5 Stelle” …), e ritengo che in
effetti è giusto che lei, in palese conflitto di interessi, ne rimanga fuori. Ma
chissà se gli altri condividono questa scelta e se si rendono conto di quanto
anti-popolare è “sparare” sulla Protezione Civile, soprattutto considerando
quanto possa essere impattante una notizia del genere anche a livello
mediatico.
Ma nonostante tutto ciò, in cui una persona normale dovrebbe
essere già più che inc…avolata (volevo scrivere altro, si capisce??), il
culmine dell’incazzatura (e qui ci vuole!) è arrivato ieri sera (sabato 29
giugno) dopo la gara dell’HandBike. A proposito, un grande saluto a tutti i
corridori a cui oggi avremmo dovuto dedicare un post vista la nostra
partecipazione insieme ai colleghi di Olgiate Olona e Marnate, ma che purtroppo
passano in secondo piano per beghe interne.
Dicevo … ieri sera, al termine della gara, avevo organizzato
una riunione straordinaria per un confronto interno tra volontari ed un saluto
di commiato da parte mia nei confronti del gruppo. A questa riunione si è
presentato anche il Sindaco (il quale non è stato assolutamente invitato dal
sottoscritto), in maniera a dir poco inopportuna.
Ma se da un lato ero deluso e arrabbiato per la situazione
imbarazzante e tesa che si era creata, allontanandomi immediatamente dalla sala
riunione, dall’altra sono rimasto estremamente commosso per l’unità dei
volontari di fronte a tale arroganza (e lo dico senza timore, tanto firmo io
qua sotto), i quali hanno preferito abbandonare la sede, chi immediatamente,
chi dopo aver giustamente detto la sua, per andare tutti insieme con una
ritrovata allegria alla Festa degli Alpini, lasciando il Sindaco da solo a
leggere lo Statuto interno (obsoleto e privo di fondamenti stante la recente
normativa nazionale, regionale e locale in materia di Protezione Civile) per
dimostrare la mia presunta incompetenza in materia di gestione del Gruppo.
Assurda e infelice, infine, la frase del Sindaco (“anche se ve ne andate tutti, io la Protezione
Civile la rifondo”) che rappresenta
un’offesa nei confronti di persone che hanno sempre dedicato gratuitamente il
loro tempo per attività di Protezione Civile e collaborato con
l’Amministrazione comunale, di fronte a questa partecipazione di solidarietà
nei miei confronti, che testimonia quanto le idee siano condivise all’interno
del Gruppo.
Chiudendo non posso che confermare quanto scritto dal
Sindaco nella lettera di revoca, e cioè che vivo “con sofferenza/insofferenza il
controllo politico sull’operato del Gruppo Comunale di Protezione Civile”
che invece rappresenta una struttura non solo al servizio della
cittadinanza solbiatese, ma come è stato in più di un’occasione dimostrato sul
campo, anche al servizio di popolazioni colpite da eventi calamitosi.
Detto ciò, mi adeguo alla volontà del Sindaco, formalizzando
in questi giorni anche lettera di dimissione da volontario di Protezione
Civile, non potendo garantire e condividere la partecipazione ad attività di
Protezione Civile di carattere politico.
Auguro ai volontari del gruppo di Solbiate Olona, di
rimanere uniti per salvaguardare quanto finora fatto, nella speranza che la
situazione possa tornare gestibile, e la Protezione Civile torni al “servizio del popolo”, che, caro
Sindaco, al momento non credo Lei rappresenti.
Roberto Viganò